giovedì 18 novembre 2010

I MILLE VOLTI DI TRIESTE











Metti che si decida, in un week end autunnale di "ponte" di sgattaiolare via.
Si ha voglia di città, prima di tutto. Ma che sia affascinante, di una bellezza particolare, da scoprire un po' alla volta, osservandola e lasciandosi incantare dalle timide allusioni che lancia, dalla storia passata del luogo che sembra proprio dietro l'angolo.
E poi si ha voglia di di palazzi e piazze e piazzette, di caffè storici, come Torino, ma anche di mare e di spazi ampi, di aria pulita e chiara...Certo, forse a una prima lettura, potrebbero consigliarmi di chiarire le idee prima di partire.
Invece questo posto esiste, si chiama Trieste, e non è neppure lontana. Una volta a Trieste poi, la porta per nuovi mondi magici e incantati è lì che aspetta di essere aperta...e in un attimo si scopre che Ljubljana e Zagreb sono davvero vicine, che l'Istria è meravigliosa d'autunno, così come la campagna slovena.
E Trieste fu. Per la seconda volta si va a est, ma con l'intenzione, stavolta, di superare quel confine e di lasciarsi trasportare dagli slanci del momento. Tornare in luoghi visti tanti anni prima, scoprirne di nuovi...Perchè immancabilmente, quando si torna, si vede comunque con altri occhi, e nuovamente, si impara e si vive un posto.
Innanzitutto, questa luminosa città ti accoglie sempre con garbo ed eleganza. Ti fa entrare direttamente nel suo salone che da su un mare grigio perla che si fonde con il cielo e il colore delle facciate dei palazzi. Vista due volte, due volte con la sottile pioggia. Ma cosa c'è di più bello che un mare sotto un velo d'acqua, gli ombrelli colorati...tutto dalla vetrata del Caffè degli Specchi? Per me nulla!
Questa volta, a differenza della precedente, non dormiamo in centro, ma a Trebiciano, paesino che si trova alle spalle di Trieste, vicino al confine sloveno, dove tutto è già bilingue.
Siamo al bed end breakfast "Le Casite", ottima scoperta. E vorrei proprio parlarne, perchè un B&B come questo ti rimane nel cuore: per la gentilezza degli ospiti e per l'atmosfera del paese e del luogo dove si trova questa casa carsica. La nostra cameretta ha un bel muro in pietra alle spalle del letto. Gli animali sono i benvenuti, e i padroni di casa li devono amare, senza dubbio. La colazione, servita in una deliziosa stanza con camino, muri in pietra e tovaglie a quadretti, è ricca di prodotti buoni e genuini. Torte fatte in casa, pane bio, miele locale pluripremiato, latte, yogurt e quanto si può desiderare per sentirsi davvero in vacanza!
Ma una delle cose che mi ha maggiormente colpita è stata la loro attenzione al benessere degli ospiti durante il soggiorno, non solo tra le mura del b&b, ma anche fuori. Nella camera abbiamo trovato un vero e proprio libretto rilegato con cura, con tutta una serie di osterie, trattorie o "gostline"in sloveno, consigliate per l'ottima cucina locale, con tanto di prezzi e orari. Poi spiccavano nell'elenco, un produttore di miele locale (quello pluripremiato, e qui ci sarebbe un capitolo da aprire solo per questo personaggio!), una serie di produttori vitivinicoli dove comprare e degustare il vino, un birrificio-birreria. E' stato divertente scegliere i locali dove cenare e fare poi questo bel tour enogastronomico tra la campagna intorno!
Insomma, Le Casite lo consigliamo a chiunque ami questo modo di viaggiare; a coloro che amano un contatto diretto con i luoghi che secondo noi passa anche per queste cose qui. Il cibo, le tradizioni, i racconti degli abitanti che condividono piccoli aneddoti sul tempo in cui il confine era un concetto ben chiaro, non si poteva passare e basta, e di cosa c'era dall'altra parte si sapeva poco o nulla. Ciò contribuisce senz'altro a dare a questi posti a cavallo tra Italia e Est-Europa, un'allure di mistero. E una volta passato quel confine, anche questa volta ho avuto come la sensazione di andare verso luoghi sconosciuti e "lontani", come non mi capita quando vado altrove.
Scendere da Opicina a Trieste con il tram che da 100 anni va su e giù è commovente: "il trenino" va sui suoi binari, piano piano scende. Sui sedili in pelle, vicino al finestrino, non ci puoi credere di vedere spuntare tutto a un tratto il mare; il porto di Trieste, poi a un certo punto le magnifiche case della collina, ville novecentesche che lasciano intuire una trascorsa felice richezze e che ora rapiscono la fantasia di chi passa di lì. Improvvisamente l'ultima ripidissima discesa ti fa arrivare nel pieno centro della città, in piazza Oberdan; un tram ambizioso e orgoglioso il nostro grazioso mezzo, che si ostina a presentarsi tra i palazzi e i passanti con la sua megnifica veste demodè, grigio blu, e ce la mette tutta poi per risalire, arrampicandosi sulla collina e deliziando i suoi passeggeri. Fiero e incurante delle mode!
Il prossimo post lo dedicheremo alle due città viste "aldilà del confine": Ljublijana, già vista in passato ma mai con il mercatino delle pulci della domenica mattina :) e Zagreb, affascinante e poetica città con i lampioni della parte alta che vengono accessi uno a uno come un tempo, con la fiammella.

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